Laser a diodo: le risposte a tutte le tue domande, parte 1

Di laser a diodo abbiamo già parlato qui. Riprendiamo questo argomento per andare ad approfondire alcuni importanti interrogativi che spesso le clienti si pongono prima di richiedere il trattamento.

Partiamo dalla definizione. Il laser a diodo è uno strumento utilizzato presso i centri estetici professionali per effettuare l’epilazione definitiva dei peli superflui. L’apparecchiatura utilizzata genera un raggio laser che attraversa la pelle ed è in grado di essere assorbito dai pigmenti dei peli all’interno dei bulbi piliferi.

Il laser a diodo monocromatico (808mm) mira solo alla melanina nera del pelo. Questo non significa che, come tanti erroneamente pensano, si tratti di una tecnologia non adatta ai peli più chiari. In tutti i peli, infatti, è presente una percentuale più o meno alta di melanina nera. Quindi, anche nei peli più chiari si trova una percentuale di melanina nera (che sarà ovviamente più bassa rispetto ai peli più scuri) , e anche in questo caso il laser riuscirà a colpire il pelo. Gli unici peli che non hanno la melanina nera sono i peli bianchi e rossi.

Un’altra questione che vale la pena approfondire è il numero di sedute che il trattamento richiede. Il numero di sedute è variabile e dipende dal singolo caso. Il laser è un progressivo definitivo. Il suo risultato e il numero delle sedute dipenderà, infatti, da diversi fattori come la densità del pelo (ossia la quantità), la struttura del pelo, l’età del soggetto che si sottopone al trattamento e la sua situazione ormonale. Ma, aspetto fondamentale, è la distanza tra l’una e l’altra. Per poter garantire il giusto funzionamento e il risultato sperato, le sedute si devono allungare volta per volta. È sbagliato richiedere di anticipare la seduta successiva solo per la fretta di raggiungere l’obiettivo. Le sedute prevedono l’allungamento progressivo dei tempi di azione.

Il laser a diodo, poi, non distrugge le cellule. Questa è tra le informazioni più sbagliate che circolano sull’argomento. Il laser agisce sulle cellule rendendole inermi, ma assolutamente non le distrugge. Si attacca il follicolo pilifero.

Lo strumento lavora su sei fototipi. A seconda del fototipo viene, quindi, tarato. Il fototipo di una persona è determinato dalla qualità e dalla quantità di melanina presente in condizioni basali sulla pelle.

Una volta terminato il ciclo di trattamento (ossia le sedute), infine, si possono effettuare dei ritocchi negli anni successivi (da un minimo di 1 in un anno).

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